Officine Meccaniche è uno dei maggiori studi di registrazione italiani, è a Milano, dispone sia di tecnologia all’avanguardia sia di strumentazione vintage, ha una delle più grandi sale di registrazione esistenti in Italia, può ospitare gruppi rock e orchestre sinfoniche, si possono realizzare dischi, jingle e colonne sonore.
Dall’ultima versione di Pro-Tools all’outboard vintage, dai microfoni valvolari all’hard-disk recording, Officine Meccaniche offre a chi vuole fare musica equipaggiamento e competenza. Oltre alla grande sala di registrazione, lo studio dispone di una seconda regia molto ampia e di quattro regie di diverso livello, organizzate in modo da essere compatibili e interscambiabili. L’intera struttura è stata concepita secondo criteri di flessibilità che consentono di utilizzare tutte le sale e gli equipaggiamenti e di fornire un servizio personalizzato anche a budget ridotto.
Inaugurato nel 1962, lo studio è stato ristrutturato con tecnologie di nuova generazione che però non hanno intaccato l’atmosfera Sixties delle sale, arricchita dalla preziosa collezione di strumenti di Mauro Pagani: chitarre, bassi e amplificatori di tutte le marche; strumenti classici ed etnici, tutti a disposizione della clientela.
Lo staff tecnico è composto da ottimi professionisti di lunga esperienza e da giovani tecnici free-lance.
I locali che oggi ospitano le Officine Meccaniche – lungo i navigli, la zona più suggestiva di Milano – nel 1949 inauguravano il Centro Autarchico gestito dalla Cooperativa Bertacchi.
La musica abitava già l’edificio perché al proprio interno si trovava un grande “salone orchestrale” e, al di sopra del salone, un terrazzo sul quale si svolgevano concerti, feste danzanti, oltre che riunioni e comizi politici.
Nel 1962 i muri del centro autarchico cambiano nome e diventano gli “Studi di registrazione sonora Regson”, gestiti da Carlo e Umberto Zanibelli e Lidia Gualtieri. Il destino dei locali di via Lodovico il Moro prende definitivamente la direzione della musica. La grande passione degli Zanibelli e le possibilità garantite dalla struttura spaziosa trasformano gli studi in un punto di riferimento molto importante per la musica italiana. Enzo Jannacci, Adriano Celentano , Vasco Rossi, Patty Pravo e molti altri musicisti registrano i loro dischi agli studi Regson così come mostri sacri stranieri quali Duke Elligton, Quincy Jones e Leo Ferrè.
Nel 1998 lo studio passa a Mauro Pagani, con la collaborazione tecnica e ideativa di Paolo Iafelice, cambia nome in “Officine Meccaniche” ma conserva lo spirito di un tempo.
La struttura è la stessa e, in una certa misura, anche la strumentazione – passata negli anni al prezioso rango di “vintage” – mentre le novità sono rappresentate dalla tecnologia all’avanguardia e dal personale giovane e promettente.
I navigli ascoltano la musica dell’edificio di via Lodovico il Moro ininterrottamente dal 1949, le nuove leve della musica italiana ed internazionale come Elisa, Pacifico, Morgan , Daniele Silvestri , Samuele Bersani, Le Vibrazioni, gli Afterhours, i Soho, i Negramaro, Stefano Bollani, i Muse, i Franz Ferdinand, i Phoenix, si sono aggiunte ai nomi storici quali PFM, Fabrizio De Andrè, Massimo Ranieri , Roberto Vecchioni, Enrico Rava, Stefano Di Battista, Gianluigi Trovesi, Michael Nyman, Erika Badhu, John McLaughin, Diamanda Galas, John Parish, Jim Hall…